La nostra storia

Alle origini
· Fondata nel 1901 da Giuseppe Kirner e da Gaetano Salvemini, la FNISM è stata in Italia la prima associazione professionale dei professori. Fin dalle sue origini, ha avuto il merito di aggregare in un vincolo di solidarietà insegnanti di ordini di scuola diversi e di promuovere lotte di carattere sindacale in collegamento con altre categorie del Paese più deboli e sfruttate.
· La Fnism sorse dall'unificazione su base nazionale di varie associazioni di docenti di scuole secondarie di 1° e 2° grado e da questo trae origine la denominazione di Federazione Nazionale Insegnanti Scuola Media.
· Si fece promotrice di una politica di sostegno e di espansione della scuola popolare, di tutela delle prerogative della scuola di Stato - la scuola di tutti- e di salvaguardia dei valori della cultura e della laicità.

Lo scioglimento e la ricostituzione

· Nel 1926 , a seguito delle leggi fascistissime, fu abolito il diritto di associazione, di conseguenza tutti i sindacati e le associazioni furono messe fuorilegge. La FNISM sparì dallo scenario della scuola.
· La Federazione si ricostituì nel 1946 a Milano ad opera di Antonio Basso e di altri insegnanti che avevano militato nei Comitati di Liberazione.
· Dopo un'iniziale esperienza unitaria legata al clima della Resistenza, si verificò la frattura tra la componente laica e quella cattolica e la confluenza di ciascuna di esse in associazioni diverse.
· Rispetto ai partiti, la Fnism ribadì la propria scelta di militanza metapolitica: essere il partito della scuola, secondo l'espressione salveminiana, a tutela dei valori della laicità, intesa come pluralismo dentro e fuori della scuola, e della valorizzazione della scuola di Stato secondo il dettato costituzionale (art.33).

La professionalità docente

· Tra gli obiettivi della Fnism troviamo fin dall'inizio quello di valorizzare il ruolo e la posizione degli insegnanti.
· Anche grazie all'alleanza tra la FNISM e l'allora ministro della Pubblica Istruzione Credaro, nel 1904 migliorò la situazione degli insegnanti che ottennero finalmente il primo stato giuridico che li sottrasse agli arbitri dei ministri e degli alti funzionari del ministero.
· Successivamente, con la nascita dei sindacati, la FNISM fu costretta a rinunciare ad una parte del suo impegno programmatico, quello volto alla tutela della dimensione economica della funzione docente. La Federazione però non rinunciò alla tutela della dimensione socio-giuridica e di quella culturale della professionalità.
· Su una linea di prosecuzione di questo filone d'impegno, segue oggi i progetti di ridefinizione dello stato giuridico e di configurazione di un più elevato profilo professionale degli insegnanti che ne rispetti l'autonomia e ne riconosca impegno e responsabilità.

Le riforme

· Da sempre, la FNISM è stata dentro il dibattito sulle riforme e dentro i processi di riforma.
· Ai primi del '900, anche per il relativo benessere che l'età giolittiana aveva dato agli italiani, si registrò il fenomeno diffuso del sovraffollamento della scuola secondaria (in gran parte licei e ginnasi), si impose il problema di una sua riforma. In quegli anni di febbrili dibattiti sulla scuola, anche Salvemini e la FNISM avevano in cantiere un progetto per la riforma della scuola secondaria, solo che questa rimase confinata nelle relazioni congressuali senza attenzione da parte dei politici, neppure dei socialisti che all'epoca avevano a cuore solo la scuola primaria.
· Il progetto di Salvemini era moderno, funzionale ai bisogni della società italiana, avviata ad un processo di trasformazione di tipo industriale, un progetto assai diverso da quello che si realizzerà con il filosofo Giovanni Gentile, tutto incentrato sul latino e sulla cultura classica. Salvemini intendeva dare dignità all'istruzione tecnica ma nel contempo non abbassare il livello degli studi liceali -un liceo classico con il greco e il latino ed un liceo moderno con il solo latino- che, propedeutici agli studi superiori, avrebbero dovuto garantire rigore e selettività.
· Il degrado della cultura italiana si era aggravato negli anni della prima guerra mondiale ed era sotto gli occhi di tutti. Ciò spiega il consenso quasi unanime che ebbe la riforma Gentile, la quale andava incontro a quell'opinione diffusa dell'insostituibilità dell'insegnamento delle discipline classiche per la loro funzione educativa e formativa della struttura della mente.
· Successivamente, sin dal 1956, la Fnism diede il proprio assenso alla unificazione della scuola media e si espresse in proposito al Congresso di Firenze, dopo ampi dibattiti al suo interno, con un vivace confronto di posizioni diverse.
· Senza esitazioni, ha appoggiato fin dall'inizio la Legge 148 del 1990 di riforma della scuola elementare, di cui ha seguito i processi di attuazione con ricerche, partecipando al monitoraggio delle scuole e curando la formazione in servizio degli insegnanti.
· Ha sostenuto il processo di introduzione della democrazia nella scuola dapprima con l'istituzione degli Organi Collegiali e con l'introduzione di un nuovo stato giuridico degli insegnanti, successivamente con il conferimento dell'autonomia organizzativa, gestionale e didattica agli istituti scolastici (L.59/97).

La laicità

· La laicità è stato uno dei principali terreni d'impegno della Fnism, portandola a difendere la scuola dello Stato e opponendosi ad ogni forma di finanziamento pubblico della scuola privata, con prese di posizioni ricorrenti in tutti i Congressi della Fnism
· Fin dal 1984, in occasione delle modifiche apportate dal nuovo Concordato tra Stato e Chiesa all'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, la Fnism ha ribadito la propria opposizione chiedendo che tale insegnamento fosse abolito nella scuola materna e, per gli altri ordini e gradi scolastici, fosse collocato in orario aggiuntivo, considerando a tutti gli effetti la religione come materia facoltativa.
· La difesa della laicità della scuola dello Stato si collega nella Fnism al rispetto del pluralismo e la vede impegnata sui temi dell'intercultura e del confronto tra religioni diverse garantendo la scuola come luogo pubblico sottratto a ingerenze religiose e rispettoso della libertà di coscienza di ciascuno, ma anche responsabile, per la parte che le compete, della formazione dei giovani ai valori della convivenza civile e del rispetto delle differenze propri della nostra cultura.